Mi ha detto di andare al mare.
Non ci sono mai stato. Le strade elettriche non arrivano più laggiù, sono zone disabitate. Devo andare in qualche stazione sperando che ci sia ancora un treno automatico in funzione. Da ragazzo ci andavo con gli amici, lo ricordo.
Uscivamo da scuola e con la scusa di pranzare fuori camminavamo a lungo, fino ad arrivare alla stazione abbandonata di Furter 7, una delle prime a essere messa fuori uso. Fumare erba davanti ai binari morti ci ricordava i racconti di qualche film che non avevamo visto. In periferia certe cose arrivano più tardi, a differenza delle chiusure delle stazioni. Ci faceva sentire grandi perché, in qualche modo, davanti quelle rotaie potevamo far finta di tornare in qualche posto che non vedevamo da tempo. In parte era quello che sentivamo per davvero: il silenzio, la calma, la sensazione di sapere cosa succedesse intorno a noi. Avere una storia da raccontare ci sarebbe bastato.
Quando tornavo a casa mamma sapeva dove ero stato. Non lo diceva, ma lo sguardo grigio e basso non lasciava dubbi, tantomeno il modo con cui apparecchiava la tavola: in un silenzio impreciso.
Per un paio d’anni andammo a Furter 7 fin troppe volte, quasi ogni settimana. Cercavamo qualcosa che desse un senso, un treno che ci portasse da qualche parte, una ragione per cui tutto accadesse. La realtà è che ci ritrovammo, alla fine, davanti gli stessi identici binari, senza esserci mossi di un chilometro. L’unica cosa che era cambiata erano le cartine con cui giravamo le canne, più sottili e colorate.
Andò a finire che l’unica vera cosa di cui eravamo davvero in controllo era il colore delle cartine che compravamo al distributore difettoso della stazione. Le mie preferite erano quelle gialle, quelle di Andy fosforescenti. Furono il motivo per cui qualche volta ci fermammo fino a più tardi, per vedere quelle piccole stecche luminose muoversi al buio, tra le nuvole dei nostri fumi confusi.
La faccia di mamma quelle volte era ancora più scura, i suoi occhi più brillanti delle cartine.
Ora dovrebbe passarci un treno lì, sì, un treno che porta al mare.